La vera liberazione di Trieste

Giovedì 10 Giugno, alle ore 18,00, sempre in videoconferenza alla pagina Fb dell’Associazione (https://www.facebook.com/groups/2559430654128300), il dottor Salimbeni ha affrontato il tema “La vera liberazione di Trieste, 12 Giugno 1945”. Le vicende sull’epilogo della Seconda Guerra Mondiale e sugli avvenimenti nella Venezia Giulia, e le tragedie a Trieste, a Gorizia, in Istria, a Fiume raccontate in maniera avvincente e chiara. Qui riportate in una sintesi da Claudio Fragiacomo del Comitato di Milano Anvgd che ha voluto sintetizzare alcune impressioni per chi non ha potuto collegarsi alla videoconferenza o per chi voglia rivedere o rileggere alcuni punti salienti dell’incontro.

di Claudio Fragiacomo

E questo il titolo di una conferenza del Comitato ANVGD di Milano, frutto di un prezioso contributo del Dott. Lorenzo Salimbeni, storico e ricercatore, che per commemorare una data importante per i Triestini, quella del 12 Giugno 1945, ha fornito un quadro ampio degli avvenimenti che hanno preceduto e seguito quella fatidica data.

Fatidica? Trieste, l’1. Maggio 1945, ha subito l’invasione “liberatoria”, ma in realtà “conquistatrice ed oppressiva” delle truppe del Maresciallo Tito, che a marce forzate avevano raggiunto il capoluogo giuliano, occupandolo militarmente e imprimendo con mano pesante il proprio scettro: proprio nel momento in cui, autonomamente, Trieste si era liberata del giogo tedesco.

La città era così passata da una dominazione, quella imposta dalla dittatura nazista, a quella comunista, di un dittatore jugoslavo.

Vicende particolarmente tristi, vissute dagli abitanti con la “consapevolezza dell’ineluttabile”.

Comunque, il 12 Giugno 1945, non grazie alle proprie virtù, ma per vicende internazionali, Trieste veniva sgomberata dagli jugoslavi e amministrata per un periodo di tempo non definito dall’amministrazione angloamericana.

L’affrancarsi da quell’odioso e sanguinoso periodo avveniva non nei giorni della liberazione nazionale (25 Aprile), ma in data 12 Giugno, da cui la dizione “vera liberazione”.

Una solennità cittadina quella del 12 Giugno, decretata dalle amministrazioni di Trieste, Gorizia e Monfalcone, che in tale data ricordano il ritorno alla normalità, alla possibilità di manifestare la propria italianità senza minacce e pericoli alla propria esistenza: una gioia maturata dopo più di 40 giorni di sofferenze, col pericolo di essere sottoposti ad una dittatura di un padrone non voluto, non amato, lontano dal proprio sentire. Forse con un po’ di rammarico, che quella liberazione è avvenuta per volontà altrui, senza ricorso alle proprie forze.

Vorrei ora ritornare allo spirito della conferenza. Gli avvenimenti descritti, che trovano preciso riscontro nei libri di storia, sono stati narrati dal Dott. Salimbeni inquadrandoli in un contesto più generale, che ne mette in luce le interrelazioni.

È interessante notare come questo approccio, mediante una narrazione ampia, non localizzata riesce a fornire, anche a chi conosce i singoli fatti, un quadro storico “appagante”, ed i singoli fatti sono visti allora in una luce diversa. Si acquisiscono dei punti di vista nuovi, ci si convince che certe tesi che si sono fatte proprie in passato perdono la loro validità, perdono di forza di persuasione.

L’analogia è quella di un panorama, che, a seconda del punto di osservazione, muta, appare in forme e luci diverse.

Nella fattispecie, ascoltando la conferenza, ho riscontrato come, nella narrazione di Salimbeni, la situazione di Trieste appaia precaria, molto di più di quanto me ne rendessi conto ragionando sui singoli fatti storici o facendo appello ad un’esperienza personale.

Il conferenziere ha alla fine dovuto constatare che l’entusiasmo con cui i Triestini hanno accolto la celebrazione del 12 giugno è stata offuscata dal perdurante pessimismo degli abitanti dell’Istria, che in quei giorni continuavano ad essere sottoposti ad un regime che soffocava le più elementari libertà dell’individuo, di pensiero, di espressione, di fede religiosa, con un’arroganza che anticipava quella che il regime di Tito avrebbe manifestato fino alla sua scomparsa.

Momenti di pessimismo, che ancora riuscivano a esprimersi con dimostrazioni di dissenso, che si trasformarono poi in vera e propria disperazione quando il Memorandum di Londra ed il successivo trattato di Osimo tolsero ogni residua speranza.

L’invito a tutti è di rivivere queste pagine di storia riascoltando la conferenza all’indirizzo:

Videoconferenza “La vera liberazione di Tito”

(crediti immagine “Arcipelagoadratico.it”

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